Abstract
Nel presente articolo, per tentare di comprendere il rapporto che intercorre fra istigazione e seguito, si intende prendere in considerazione il problema della voce che unisce una moltitudine, cioè di quella voce che un gruppo deve fatalmente ascoltare e seguire poiché in essa si riconosce come tale. Pertanto, si vuole porre la domanda: che cosa rende una voce (sia anche una diceria, o
un’esclamazione più o meno articolata) l’unica voce di molti? Ovvero, in termini più precisi: che cos’è la voce di un popolo? Vorrei occuparmi del momento in cui la massa, la moltitudine e il popolo non si confondono più ma – come sembra – si separano. L’autore di riferimento è Thomas Hobbes, il tema è l’accordo o il patto che fonda lo stato, il dio è ovviamente il deus mortalis, il grande, spaventoso Leviatano che campeggia nella celeberrima incisione del frontespizio del 1651.