Abstract
Il saggio, incentrato sulla metodologia della ricerca di Giorgio Agamben, si concentra sul concetto di soglia d’indifferenza, approfondendone la funzione strategica e il significato, configurandosi pertanto come un’indagine sul non-detto dell’autore. A partire dall’ipotesi per cui il concetto agambeniano sarebbe il risultato dell’innesto della riflessione di Gilles Deleuze, vero e proprio convitato di pietra degli studi agambeniani, su quella di Walter Benjamin, si è avviato un confronto con gli operatori che sembrano presiedere, rispettivamente, alla soglia benjaminiana (ovvero la dialettica in situazione di stallo) e alla zona d’indiscernibilità deleuziana (ovvero la sintesi disgiuntiva). Inserita in questo contesto, la soglia d’indifferenza si è venuta a delineare come una tattica del tertium datur, del terzo incluso: un terzo intensivo e non sostanziale, che risulta dalla deidentificazione dei termini delle dicotomie e delle relazioni binarie come un nuovo punto di partenza.