HEGEL E L’ATLANTICO NERO. Modernità, universalismo e rivoluzione

4-5/2011, [:it]dicembre[:en]December[:] ISBN: 9788890413650pp. 286 - 300

Abstract

“Hegel and Haiti”, il titolo di un articolo di S. Buck Morss pubblicato per la prima volta nel 2000 sulla rivista Critical Inquiry e più recentemente riedito come prima parte di un libro intitolato Hegel, Haiti and Universal History (2009), evoca immediatamente un’insolita combinazione di temi: il filosofo di Stoccarda e l’isola caraibica, collocati in due sfere geografiche così lontane, sembrerebbero non appartenere nemmeno alla stessa storia. Il saggio di Buck Morss vuole essere un tentativo di dimostrare il contrario, e cioè che Hegel e Haiti in realtà appartengono alla stessa storia – la storia dell’Europa moderna, che si estendeva ben oltre i confini del Vecchio Continente – e alla stessa geografia – la sconfinata geografia commerciale del XVIII e XIX secolo, disegnata dalle rotte oceaniche che collegavano i principali porti europei, le coste dell’Africa occidentale e le Americhe. L’operazione di accostare Hegel e Haiti ha il merito di sollevare un quesito radicale sulla legittimità della tradizionale autorappresentazione della modernità europea, che si è costituita e poi consolidata nei secoli attraverso la sistematica espunzione di ogni traccia dei popoli e degli spazi extraeuropei dalla propria limpida narrativa. In questo senso “Hegel and Haiti” si inscrive nel novero di una lunga serie di studi contemporanei – insieme a The Black Atlantic. Modernity and Double Consciousness (1993) di P. Gilroy, Modernity disavowed. Haiti and the Cultures ofSlavery in the Age of Revolution (2004) di S. Fischer, The Many-Headed Hydra: Sailors, Slaves, Commoners, and the Hidden History of the Revolutionary Atlantic (2000) di P. Linebaugh e M. Rediker, solo per citarne alcuni – che, da prospettive diverse, hanno contribuito a dischiudere lo spazio intellettuale per “spazzolare la storia contropelo”, come suggeriva W. Benjamin1, e ripensare la modernità, rovesciando da cima a fondo i falsi presupposti della storiografia moderna. L’enfasi che Buck Morss pone sulla congiunzione, sull’e che collega Hegel ad Haiti, rivela tuttavia un’ambizione più puntuale, che riguarda da vicino i testi hegeliani: quella di far emergere la profonda coappartenenza dei due termini, al punto di rendere impossibile – sostiene l’autrice – l’impresa di pensare Hegel senza Haiti e più precisamente senza la storia della rivoluzione haitiana2. La tesi è semplice, eppure controversa: Hegel avrebbe elaborato la famosa dialettica di signoria e servitù, con cui culmina la seconda sezione della Fenomenologia dello spirito dedicata all’Autocoscienza, prendendo spunto dall’avvento della rivoluzione di Haiti.

  1. W. Benjamin, Sul concetto di storia, Torino, Einaudi, 1997, p. 31.
  2. S. Buck Morss, Hegel, Haiti, and Universal History, University of Pittsburgh Press, Pittsburgh, 2009, p. 16.
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Mascat, Jamila M.H. "HEGEL E L’ATLANTICO NERO. Modernità, universalismo e rivoluzione". Pólemos VI. 4-5. (2011): 286-300 https://www.rivistapolemos.it/hegel-e-latlantico-nero-modernita-universalismo-e-rivoluzione/?lang=it
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Mascat, J. (2011). "HEGEL E L’ATLANTICO NERO. Modernità, universalismo e rivoluzione". Pólemos VI. (4-5). 286-300 https://www.rivistapolemos.it/hegel-e-latlantico-nero-modernita-universalismo-e-rivoluzione/?lang=it
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Mascat, Jamila M.H. 2011. "HEGEL E L’ATLANTICO NERO. Modernità, universalismo e rivoluzione". Pólemos VI (4-5). Donzelli Editore: 286-300. https://www.rivistapolemos.it/hegel-e-latlantico-nero-modernita-universalismo-e-rivoluzione/?lang=it
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