Questo intervento è dedicato ad alcuni percorsi di ricerca del saggista torinese vagliando temi e motivi poco indagati dalla letteratura critica e presentando anche alcuni materiali ancora inediti. In primis, esso vuol essere soprattutto una rilettura del volume Il linguaggio delle pietre (pubblicato con successo nel 1978 dall’editore Rizzoli), raccordandolo con i molteplici interessi (antropologici e storico-culturali) di Furio Jesi e collocandolo sullo sfondo delle singolari vicende biografiche dell’autore che ne sono state alla base: dai viaggi in Grecia e in Turchia al viaggio in occasione di una spedizione organizzata dal gruppo mondadoriano di “Storia illustrata” nel 1964 in cerca della Grotta della Sibilla sull’Appenino umbro-marchigiano. Il confronto di Jesi con gli studiosi di dolmen e menhir, oltre che con esperti di mitologia e di storia delle religioni antiche, fa emergere l’originale impostazione del suo pensiero anche riguardo alla civiltà megalitica, cui egli si accosta con grande cautela ermeneutica e che egli considera come la testimonianza di processi mitologici inerenti alla sfera del mistero e del segreto iniziatico, presentando dolmen e menhir come espressione dell’intrecciarsi di vita e morte nel mondo degli uomini, dunque come soglie, luoghi di confine con un altro mondo (quello dei morti). Nell’ultima parte di questo contributo, ci si confronta anzitutto con l’interpretazione jesiana del genio protettore Bes, a suo modo “guardiano della soglia”, figura minore del pantheon egizio legata alla sfera gnostica e alla tradizione iniziatica. In secondo luogo, ci si confronta con l’interesse di Jesi – a partire da simbolismi egizi – per le figurazioni presenti su alcune pietre tombali bogomile di epoca medievale (gli stécci della necropoli di Radimlja) da lui visitate in gioventù, accennando poi anche all’attenzione da lui riservata all’eresia bogomila nel suo saggio del 1978 Neoclassicismo e vampirismo dedicato alla ballata goethiana La sposa di Corinto, riletta in maniera assolutamente originale.
Schiavoni, Giulio."«Pietre che parlano». Su alcuni motivi in Furio Jesi". PólemosIII. 1. (2022): 241-257https://www.rivistapolemos.it/pietre-che-parlano-su-alcuni-motivi-in-furio-jesi/?lang=it
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Schiavoni, G.(2022). "«Pietre che parlano». Su alcuni motivi in Furio Jesi". PólemosIII. (1). 241-257https://www.rivistapolemos.it/pietre-che-parlano-su-alcuni-motivi-in-furio-jesi/?lang=it
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Schiavoni, Giulio.2022. "«Pietre che parlano». Su alcuni motivi in Furio Jesi". PólemosIII (1). Donzelli Editore: 241-257. https://www.rivistapolemos.it/pietre-che-parlano-su-alcuni-motivi-in-furio-jesi/?lang=it
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TY - JOUR
A1 - Schiavoni, Giulio
PY - 2022
TI - «Pietre che parlano». Su alcuni motivi in Furio Jesi
JO - Plemos
SN - 9788855224826/2281-9517
AB - Questo intervento è dedicato ad alcuni percorsi di ricerca del saggista torinese vagliando temi e motivi poco indagati dalla letteratura critica e presentando anche alcuni materiali ancora inediti. In primis, esso vuol essere soprattutto una rilettura del volume Il linguaggio delle pietre (pubblicato con successo nel 1978 dall’editore Rizzoli), raccordandolo con i molteplici interessi (antropologici e storico-culturali) di Furio Jesi e collocandolo sullo sfondo delle singolari vicende biografiche dell’autore che ne sono state alla base: dai viaggi in Grecia e in Turchia al viaggio in occasione di una spedizione organizzata dal gruppo mondadoriano di "Storia illustrata" nel 1964 in cerca della Grotta della Sibilla sull’Appenino umbro-marchigiano. Il confronto di Jesi con gli studiosi di dolmen e menhir, oltre che con esperti di mitologia e di storia delle religioni antiche, fa emergere l’originale impostazione del suo pensiero anche riguardo alla civiltà megalitica, cui egli si accosta con grande cautela ermeneutica e che egli considera come la testimonianza di processi mitologici inerenti alla sfera del mistero e del segreto iniziatico, presentando dolmen e menhir come espressione dell’intrecciarsi di vita e morte nel mondo degli uomini, dunque come soglie, luoghi di confine con un altro mondo (quello dei morti). Nell’ultima parte di questo contributo, ci si confronta anzitutto con l’interpretazione jesiana del genio protettore Bes, a suo modo "guardiano della soglia", figura minore del pantheon egizio legata alla sfera gnostica e alla tradizione iniziatica. In secondo luogo, ci si confronta con l’interesse di Jesi – a partire da simbolismi egizi – per le figurazioni presenti su alcune pietre tombali bogomile di epoca medievale (gli stécci della necropoli di Radimlja) da lui visitate in gioventù, accennando poi anche all’attenzione da lui riservata all’eresia bogomila nel suo saggio del 1978 Neoclassicismo e vampirismo dedicato alla ballata goethiana La sposa di Corinto, riletta in maniera assolutamente originale.
SE - 1/2022
DA - 2022
KW - mitologia KW - vampirismo KW - vampirism KW - civiltà megalitica KW - Dolmen e Menir KW - Bes KW - tombe bogomili KW - megalithic civilization KW - mythology KW - Dolmen and Menirs KW - soglia KW - threshold KW - bogomile tombstones
UR - https://www.rivistapolemos.it/pietre-che-parlano-su-alcuni-motivi-in-furio-jesi/?lang=it
DO - 10.48247/P2022-1-013
PB - Donzelli Editore
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