Furor

1/2022, March ISBN: 9788855224826pp. 295 - 316 DOI: 10.48247/P2022-1-015

Abstract

Nel 1936, Jung spiegava lo sconvolgimento apportato dal nazismo in Germania ricorrendo all’audace ipotesi del ritorno di Wotan. Odino, antico dio della tempesta e della furia, risvegliatosi come un vulcano dormiente, si era impossessato del popolo tedesco e lo aveva offerto alla leadership nazista. Il termine impiegato da Jung per descrivere questo fenomeno drammatico è Ergriffenheit, che designa l’essere afferrato e quindi posseduto. Tradotto in italiano come “commozione”, la stessa nozione di Ergriffenheit si trova alla base delle ricerche di Frobenius che hanno influenzato in modo determinante l’etnologia, la scienza delle religioni e, in generale, lo studio delle civiltà antiche. In questa accezione il termine è ripreso da Jesi fin dalle ricerche degli anni Cinquanta sulla civiltà dell’antico Egitto. Il contributo ricostruisce la riflessione di Jesi sulla Ergriffenheit, mettendone in evidenza la rilevanza per il confronto con il nazionalsocialismo e per la questione aperta dalla tecnicizzazione del mito.

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Carbone, Guelfo. "Furor". Pólemos III. 1. (2022): 295-316 https://www.rivistapolemos.it/furor/?lang=it
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Carbone, Guelfo. 2022. "Furor". Pólemos III (1). Donzelli Editore: 295-316. https://www.rivistapolemos.it/furor/?lang=it
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