Furio Jesi: la verità effettuale della macchina mitologica. Verso una scienza della mitologia

1/2022, March ISBN: 9788855224826pp. 17 - 38 DOI: 10.48247/P2022-1-002

Abstract

Il testo ricostruisce le tappe principali attraverso le quali Jesi inizia a sviluppare, nel 1973, la sua ipotesi della macchina mitologica, formulata nel 1972. In una serie di testi molto densi e importanti, Jesi comincia a saggiare la tenuta dell’ipotesi sia studiandone gli effetti (la festa e il processo agli ebrei di Damasco) sia sondandone sempre più in profondità il funzionamento (il saggio su Wittgenstein e il libro sul mito) per arrivare a una sorta di prima indagine sintetica, che tiene assieme aspetti teorici e pratici (cioè politici), nel libro dedicato a Bachofen. La macchina mitologica producendo materiali mitologici rinvia a un immaginario centro propulsore della sua produzione, il mito, che però – questa l’ipotesi che Jesi segue nei testi del 1973 – non c’è, perchè noi, i moderni, siamo incapaci di sintonizzarci con la sua paradossale frequenza, che è contemporaneamente atemporale e storica e, quindi, impossibilitati a vivere il tempo della festa che ne consegue. Ma gli effetti di ciò che non c’è sono equiparati da Jesi a quelli dello “zero efficiente” o della “radice quadrata di -1” oppure a quelli di un libro probabilmente mai esistito, che però è stato il pretesto per la scrittura di libri realmente pubblicati e la fonte normativa di un processo reale nel 1840. Il mito, dunque, non è una sostanza, come a lungo sostenuto dalla “scienza del mito”, ma un’operazione: questo il concetto cardine della “scienza della mitologia” che Jesi va delineando. Allo stesso tempo, la macchina mitologica non è una macchina della verità, ma un’ipotesi, essa stessa ideologica, perchè studia il problema del mito dal lato ateo, per così dire, del suo possibile utilizzo. L’esito a cui Jesi giunge è non solo l’ammissione della funzione di “limite” che la macchina mitologica svolge, ma anche la sua assenza di fondamento, da cui segue la sua continua ricerca di un fondamento (il mito) che, però, non c’.è. E se essa coincide col linguaggio o anche con la potenzialità di esso, allora vuol dire che il linguaggio stesso non è fondamento, dato che tende continuamente a produrre il proprio fondamento, che quindi tale non è e, al contempo, si costruisce realmente solo sul vuoto – o sull’abisso che separa divino e umano – e che fondamento non può essere. L’incompletezza dell’essere umano, la sua natura indeterminata e non-finita richiede invece il tentativo di costruire altre e nuove macchine, di cui la scienza della mitologia dovrebbe fornire i primi lineamenti.

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Raimondi, Fabio. "Furio Jesi: la verità effettuale della macchina mitologica. Verso una scienza della mitologia". Pólemos III. 1. (2022): 17-38 https://www.rivistapolemos.it/furio-jesi-la-verita-effettuale-della-macchina-mitologica-verso-una-scienza-della-mitologia/?lang=it
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Raimondi, Fabio. 2022. "Furio Jesi: la verità effettuale della macchina mitologica. Verso una scienza della mitologia". Pólemos III (1). Donzelli Editore: 17-38. https://www.rivistapolemos.it/furio-jesi-la-verita-effettuale-della-macchina-mitologica-verso-una-scienza-della-mitologia/?lang=it
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