Abstract
Questo saggio introduce una nuova metodologia per lo studio dei confini; una metodologia “kinopolitica”, ossia orientata all’analisi del movimento. Vorrei innanzitutto argomentare contro due assunzioni molto comuni a proposito di come funzionino e lavorino i confini: la prima è che i confini siano statici, la seconda che tengano le persone fuori. Il mio argomento prende la forma di tre tesi interconnesse sui confini: 1) i confini sono in movimento; 2) la loro funzione principale non è interrompere il movimento, bensì farlo circolare; 3) i confini sono strumenti di accumulazione primitiva. A queste tre tesi segue un breve esempio per illustrarle.